HOYA ND & Pola e Stealth Gear Gradual

Eddy9000 / Senza categoria / / 0 Comments / Like this

Ho già dedicato un paio di post all’uso e a semplici test dei filtri, e questo è il continuo degli altri due precedenti, e per una questione di ordine li ho divisi in più post singoli, così da rendere una lettura più facile e ordinata!
Ricapitoliamo: i filtri sono delle particolari dispositivi capaci di migliorare il risultato dei nostri scatti o di applicare alle nostre degli effetti utilissimi raggiungibili (forse) solo in postproduzione.
Tra i filtri che un fotografo dovrebbe avere sempre con se nel corredo dovrebbero esserci almeno un Polarizzatore e un UV, quest’ultimo più che altro per prevenire graffi alla lente frontale…o almeno così viene usato.
Nel mio corredo, oltre ai filtri “sfumati” e ND della Lee Filters, presentati nel post precedente, troviamo anche un Hoya ND 3-400, un Hoya Polarizzatore e uno sfumato Stealth Gear con relativo innesto!


Il primo filtro, il Natural Density è utilissimo per ridurre la luce che entra nella nostra lente, e in base alla sua intensità, ci permette di ottenere pose lunghe anche in condizioni di buona luminosità permettendoci di realizzare quindi degli effetti interessanti, soprattuto con oggetti in movimento, come alberi al vento, acqua e nuvole; il secondo filtro invece è un semplice Polarizzatore, utilissimo per ottenre foto più contrastate, più sature ed eliminare in alcuni casi fastidiosi riflessi, e ovviamente grazie a questo filtro otterremo un ottimo contrasto ad esempio tra cielo e nuvole, utili sia per scatti a colori che in B/N; l’ultimo è un filtro graduato, o sfumato, della Stealth Gear, che acquistai per usare con la il Nikkor 24-70mm f/2.8 e il Canon 24-105mm f/4, entrambi con passo Ø77, e devo ammettere che seppur di fascia economica, è un filtro che da buoni risultati, con una transizione soft ma un fattore di riduzione della luce decisamente spinto, ottimo per molte situazione di scatti con elevati contrasti tra cielo e terra ad esempio!
Scopriamoli nel dettaglio…

HOYA ND 3-400 VARIABLE Ø77

I filtri Hoya, insieme ai B+W, i Nikon e i Lee sono tra i migliori filtri che ci sono in circolazione, e putroppo anche i più costosi, soprattuto aumentandone il diametro.
Generalmente i professionisti non usano filtri ND Variabili, proprio perchè alla massima intensità, l’intersezione tra i due filtri in rotazione potrebbe provocare delle fastidiosissime zone più scure e più chiare con una forma a X, e quindi danneggiando pesantemente lo scatto; sarebbe quindi opportuno conoscere bene quali intensità vengono maggiormente sfruttate e prendere un ND fisso anzichè variabile, tuttavia essendo questi filtri molto costosi, averne in quantità è una spesa di un certo livello, quindi un variabile è migliore per il nostro portafoglio a patto che ne accettiamo i limiti…e nel caso di filtri variabili, come in molti casi nella fotografia, più alto è il prezzo e più il filtro è di qualità.

dsc_3901

Non tutti i fotografi alle prime armi conoscono questi filtri ma il loro utilizzo, se fatto con criterio può avere effetti sorprendenti!
Ci è capitato mille volte di aprire riviste e vedere dei paesaggi con l’acqua che sembra soft quasi come fosse vapore o il fumo del “ghiaccio secco”, o cascate in pieno giorno che sembrano quasi soprannaturali…ci sono diversi modi per realizzare questi scatti: scattare in pochissima luce con diaframma chiuso e ISO molto basse, fregarsene della diffrazione e chiudere tutto il diaframma (sempre che ci si riesce), o usare un filtro ND.
Tramite un filtro ND non abbiamo bisogno di chiudere il diaframma al massimo, ne di andare a fotografare all’ora di cena in estate, basterà chiuderlo come vogliamo (se variabile) e scattare normalmente: un filtro come il mio 3-400 riduce da circa 1 ½ stop fino a 8 ½ stop, quindi al massimo abbiamo una buona riduzione di luce entrante, ed esistono filtri fino a 13 stop.
Giusto per curiosità, la Lee Filters produce (sfortunatamente non nel formate che io desidero) i Big Stopper: un BS taglia quasi tutta la luce entrante ed essendo molto scuro tenderà a dare tei toni freddi alla nostra foto, corregibili in postproduzione o manualmente scegliendo un accurato Bilanciamento del Bianco, e tanto per dare dei numeri, un tempo di scatto di 1/1000 sec con il BS diventa di 1 sec, mentre 2 sec diventano 32 minuti….si vede chiaramente che è decisamente meglio di un ND, ma molto raro da trovare e va usato anche da mani esperti; se interessati il tutte le info stanno su qesta pagina della Lee!
Questo filtro però ha un handicap, essendo un pò grande produce una po di vignettatura, ma ho notato una cosa particolare: utilizzando questo filtro con una D3s e un Nikkor 24-70mm f/2.8 si nota un pò di vignettatura, recuperabile in ogni caso in postproduzione o con i settaggi dal menu della fotocamera, ma ho notat invece che scattando con Canon EOS 5D Mark II e Canon 24-150mm f/4 la vignettatura è veramente quasi impercettibile, il che mi ha dato la possibilità di fare un ulteriore test, ossia quello di accoppiare questo filtro ND con il Polarizzatore.
Accoppiando un Polarizzatore, che di norma toglie 2 stop, ad un ND come il mio che toglie circa 8 stop, abbiamo una riduzione di 10 stop circa, che iniziano ad essere un bel pò, e se mettiamo la fotocamera a f/11 o f/13, con ISO100, otteniamo in pieno giorni un tempo di posa di circa 5″ secondi, che sono già abbastanza per creare un buon effetto; chiaramente possiamo utilizzare un ND fisso ad esempio da 6 stop da accoppiare ad un ND varibile, dato che oltre i 28mm la vignettatura scopare e possiamo gestire la luce entrante a nostro piacimento e creare effesti interessanti anche in condizioni di grande luminosità…certo tutto ha un limite, l’applicazione di troppi filtri poi ha l’effetto contrario, ossia quello di danneggiere la foto invece di fare del bene.

HOYA POLARIZZATORE CIR-PL Ø77

Quando si parla di Polarizzatore si sente dire sempre che “serve a bloccare i riflessi!”: questa affermazione è vera sebbene molto elementare, e nasconde molti aspetti fotografici/creativi di questo filtro.
Un Polarizzatore è un filtro che blocca la radiazione elettromagnetica in base alla sua polarizzazione, ed è per questo che viene impiegato in molto campi, tra cui la fotografia, sia di interni che di paesaggio: l’aria è composta di particelle d’acqua che riflettono parte della radizione che assorbono e questo causa spesso uno scarso contrasto tra cielo e nuvole nelle foto paesaggistiche, dove il cielo appare spesso chiaro a in alcuni punti anche bianco (chiaramente si suppone corretta l’esposizione), ma usando un polarizzatore e scegliendo un giusto piano di polarizzazione, che di norma sta a 90° rispetto alla luce incidente del sole, possiamo far risaltare i colori del cielo che saranno più saturi e restituire contrasto tra il cielo stesso e le nuvole bianche/grigie.

dsc_3900

Questa descritta non è l’unica applicazione, infatti i filtri polarizzatori sono ottimi per fotografare anche scene dove è presente dell’acqua: l’acqua sotto il Sole, crea una superficie riflettente come uno specchio apparendo così più bianca che azzurra e piena di fastidiosi riflessi, che possono essere ridotti grazie al polarizzatore, che in caso di acque molto poco profonde può farci vedere anche piccoli dettagli dei fondali.
Il filtro polarizzatore lo si trova a lastrina per attaco P o a vite: i polarizzatori circolari sono preferibili, perchè sono composti da una parte che si avvita all’ottica, un altra che può ruotare (come per gli ND Varibili) e questo ci permette di scegliere il giusto piano di polarizzazione senza dover essere costretti a scattare solo in determinate direzioni in base alla lue, ed inoltre questo ci permette anche di far lavorare bene la fotocamera: i sensori di messa a fuoco sono sensibili al piano di polarizzazione, quindi con un filtro correttamente applicato perdono velocità nell’autofocus e possono non fare bene il loro lavoro, quindi basterà fuocheggiare la scena che noi vogliano riprendere a filtro “neutro” (termine inadatto, lo uso per far capire meglio) e poi prima di scattare si sceglie il corretto piano di polarizzazione.

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In questo esempio vediamo – partendo da sinistra – uno scatto senza polarizzatore, poi al centro troviamo uno scatto con il piano di polarizzazione errato e questo provoca dei colori un pelino più saturi ma constrasto invariato, mentre a destra troviamo un piano di polarizzazione corretto dove si vede il blu marcato del cielo e un contrasto più elevato…vediamo un pelino di vignettatura in tutti e tre gli scatti, ciò a prova del fatto che questi scatti non sono stati alterati in postproduzione.

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Anche questo secondo esempio è molto interessante, in quanto sono partito da una foto senza filtro (a sinistra), poi quando ho inserito il Pola ho lasciato invariati i dati di scatto per vedere quanta perdita di luminosità ci fosse, e devo dire che un pò si nota, ma vediamo anche due cose molto importanti tra le prime due foto e la terza (a destra): sulla porta a vetri che compare alla sinistra delle foto la corretta scelta del piano di polarizzazione ha eliminato i riflessi e si può vedere oltre il vetro, inoltre i colori del cielo sono più intensi e il contrasto decisamente più marcato: applicando a questo filtro, in questo preciso scatto, un filtro sfumato, avremmo ottenuto uno scatto molto piacevole, ben esposto, colori saturie otitmo contrasto, e avremmo anche potuto evitare la postproduzione.

STEALTH GEAR FILTRO GRADUAL GREY “P”

Ho provato diversi filtri a lastrina, prima di imbattermi nella Lee Filters, e devo dire che questo filtro è molto buono: il supporto è decisamente plasticoso, ma visto il costo non ci potevamo aspettare la lega di magnesio o l’argento, però il vetrino è di buona qualità e restituisce scatti interessanti, anche se essendo molto più forte di quello della Lee che possiedo, il suo utilizzo si esalta meglio nelle ore diurne.

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Il kit è ovviamente composto da tre parti: un anello adattatore nel mio caso da 77mm, una slitta portafiltri, e il filtro con apposito astuccio.
La slitta portafiltri può contenere solamente due filtri da 70mm, e i graduati sono generalmente più alti per essere più versatili nello scatto, e infatti in questo caso il filtro è 100x70mm, e la slitta può ruotare nell’asse dell’ottica cosi da poter lasciare il fotografo scegliere se avere una transizione orizzontale o inclinata a piacimento.

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Questo è stato uno scatto di esempio, banalissimo, usando gli stessi settaggi di scatto sia per la prima che per la seconda foto, con la transizione molto bassa proprio vedere come andava a ridurre la luce sulle superfici bianche: vediamo che essendo stata messa volutamente bassa anche il terreno appare molto scuro, ma il cielo sembra ben esposto e può essere ancora milgiorato, mentre la vignettatura con filtro orizzontale è nulla, incilandolo oltre i 20°-30° si inizia a un pò a notare.
Chiaramente i filtri graduati non risolvono tutto: in questa foto sarebbe stato bello avere un filtro in grado di adattarsi da solo alla linea degli alberi, e ogni fotografo vorrebbe un filtro capace di farlo, ma sfortunatamente non è ancora possibile nella nostra galassia, quindi usando filtri graduati c’è sempre qualche piccolo dettaglio non lineare che il fotografo deve sacrificare, a patto che questo sia un dettaglio irrilevante e che quindi non danneggia la foto stessa.
Dedicherò più avanti altri post ai filtri con esempi più chiari e pratici.

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