Tornado Alley 2014

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Fin da piccolo sono stato sempre affascinato dai temporali, dalla pioggia e dai fulmini, quando c’era anche una piccola tempesta io stavo sempre affacciato alle finestre cercando qualche volta di scattare al volo delle foto ai fulmini, ma sfortunatamente, senza successo.
Il mio approccio alla fotografia è avvenuto grazie alla passione per i fenomeni atmosferici: mi regalarono infatti una Minolta 404si a pellicola che fu la mia prima reflex con la quale scattavo foto ai temporali, formazioni nuvolose particolari, un cielo minaccioso, un bel tramonto, ma senza un minimo di tecnica o composizione, scattavo così, tanto per il gusto di farlo ma purtroppo all’epoca non c’erano la memory card, e il conto per lo sviluppo di pellicole da 36 era salato!
Io mi affacciavo sempre sul balcone quando sentivo dei tuoni, mi limitavo ad ammirarli, ma poi nel lontano 1996, non ricordo esattamente il periodo, fece la sua prima uscita al cinema Twister, un film diretto da Jan de Bont con Bill Paxton e Helen Hunt: quando ho visto la locandina del film fuori il cinema non avevo neanche capito che quello che si vede nell’immagine è un tornado, e ad essere sinceri non sapevo neanche cosa fosse un tornado, ero convito che questo film fosse un thriller/horror e ho deciso di andare a vederlo dato che sono sempre stato un amante del genere.


Mentre ero seduto al cinema già dopo i primi dieci minuti ho capito che non si trattava di un film horror ma bensì di un film su particolari temporali che generavano tornado e ho scoperto poi che negli Stati Uniti esistevano realmente queste persone che, come ricercatori o appassionati, correvano dietro ai temporali per cercare di intercettare questi fenomeni violenti e studiarli, e non potevo essere più felice per questo film, avrei voluto che durasse per ore.
Qualche mese dopo, appena uscito in VHS (l’unico supporto per home-video all’epoca) lo ho subito acquistato e lo avrò visto e rivisto almeno cento volte, era un film che non riuscivo a smettere di vedere, non appena la cassetta finiva, riavvolgevo il nastro e mettevo nuovamente il play la videocassetta.

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Questo film è stata una grande ispirazione per me e per tutti quelli come me che sono sempre stati affascinati dai temporali, e da quel momento in poi quando c’era un temporale non mi limitavo solamente a guardare alla finestra, ma tenevo sempre con me una videocamera piazzata su un esile treppiedi sperando di catturare qualche fulmine e magari anche qualche piccolo tornado che molti anni fa non era un fenomeno troppo raro anche dalle nostre parti.
Questo film ha fatto crescere la mia passione per la meteorologia e per questi fenomeni estremi, ho letto infatti tantissimi libri sull’argomento e visto tantissimi documentari e…mi sono promesso che un giorno, da grande, sarei andato anche io negli Stati Uniti con la mia macchina a cacciare i tornado come i stormchasers americani: sono trascorsi poco meno di diciotto anni da quella promessa e quel momento è finalmente arrivato, nel 2014 ho deciso di partire per dodici giorni di caccia ai tornado nelle Great Planes.
Non ero solo ovviamente, sono partito insieme ad altri ragazzi, molto noti in Italia, che da anni si recano nelle Plains a caccia di tornado e formano sempre un piccolo gruppo per ammortizzare le spese e permettere agli appassionati come loro di vivere questa esperienza.

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18 MAGGIO 2014
La sera del 18 Maggio preparo la valigia fino a tardi, le cose da portare via sono tante come e dato che il posto dove vado non è poi così vicino casa è bene ricordarsi a prendere tutto, soprattutto i documenti di viaggio perché negli States non basta un bel sorriso e dire che li ho lasciati nel comodino.
Con me ho due bagagli, un bagaglio da stiva comprato appositamente per fare il viaggio, grande abbastanza da portare diverse cose ma non troppo grande per portarlo ogni giorno in macchina insieme agli altri bagagli, e un zaino fotografico, un Lowepro Vertex 300, con circa 15Kg di attrezzatura fotografica, portatile e cavetteria varia.
Dopo gli ultimi preparativi vado a mangiare una pizza verso le 20:30 sapendo che sarà l’ultima vera pizza che mangerò per i prossimi 12 giorni; verso le 2:30 accendo l’ultima sigaretta, poi con tutti i vestiti mi butto sul letto pensando se ho preso tutto e se tutto è pronto per partire, ma il sonno prende il sopravvento prima di finire la check-list di viaggio.

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19 MAGGIO 2014
Alle 4:30 del mattino sto già in piedi diretto all’aeroporto di Fiumicino, dove mi incontro con l’altro ragazzo del gruppo che farà il viaggio con me, alcuni li incontreremo a Londra all’aeroporto di Heatrow, mentre i primi sono già a Wichita (KS) ad attenderci.
Arrivati a Wichita ovviamente manca il bagaglio e subito arriva il panico, ma per fortuna erano arrivati per errore col volo precedente da Chicago quindi dopo un po’ riusciamo a recuperarlo e usciamo dall’aeroporto dove finalmente ci incontriamo con gli altri ed iniziamo subito a parlare del target di domani mentre ci dirigiamo verso un fast-food aperto a mangiare un boccone.
Si vede da subito che il target di domani è parecchio a nord, quindi preferiamo andare subito a Salina (KS): Salina dista circa un’ora e mezza da Wichita, sono 88 miglia circa, ma per fortuna per questa sera non vado subito io alla guida.
Arrivati in motel finalmente possiamo riposare, sistemiamo alcune cose e poi dopo una lunga attesa riusciamo finalmente a chiudere gli occhi e riposare qualche ora, da domani sarà giorno di caccia.

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20 MAGGIO 2014
Il fuso orario si fa sentire subito, infatti alle 6 di mattina siamo già svegli dopo aver dormito circa 4 ore, 6 ore totali in due giorni, ma non ci possiamo fare niente, e dopo una mezz’ora passata nel letto a fissare il vuoto decido che è meglio alzarsi, buttarsi sotto la doccia e fare colazione.
Dopo colazione esco un po’ fuori il motel – un Super 8 di Salina con un parcheggio bello ampio – scatto un po’ di foto e poi a inizio a preparare la macchina, testiamo il nostro WiFi portatile, preparo ottiche e reflex, ventose per GoPro e telecamera, e dopo una foto di gruppo ci si mette in marcia.
Lo Storm Prediction Center emette uno Slight Risk per l’area di compresa tra l’intersezione di Colorado, Nebraska e Kansa, il nostro target è Scottsbluff (NE), quindi c’è da fare un bel po’ di strada.
Procediamo verso nord, ci fermiamo in McDonalds a mangiare qualcosa e far riparare una gomma, e più tardi nei pressi di Scottsbluff intercettiamo una bella supercella che sembra avere un lowering decisamente marcato ma che non riuscirà a far scendere nessuno tornado, quindi dopo diverse ore di caccia e subito tanto materiale fotografico ci fermiamo la in zona da Subway a mangiare qualcosa e poi dritti al motel di Sidney (NE) dove passeremo la notte.

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21 MAGGIO 2014
Anche questa notte passata a Sidney in Nebraska non è che sia stata buona a livello di sonno, abbiamo dormito poco ancora una volta ma piano piano qualche minuto lo stiamo recuperando.
SPC oggi è molto più generico, l’ara di Slight Risk attraversa mezza America, ma la tornado probability del 10%-5%-2% è concentrata in un punto nell’angolo nord-est del Colorado, a due passi da noi, anche se sembra essere interessata proprio l’area urbana di Denver, cosa che sarebbe un vero disastro sia per la caccia che per la popolazione.
Ci mettiamo in marcia, le celle temporalesche iniziano a gonfiarsi, ma alla nostra macchina non basta un serbatoio da 90 litri di benzina, quindi rimaniamo a piedi nei pressi di Deer Trail (CO) e stiamo lì un bel aspettando gli altri che dovevano portarci una tanica di salvezza ma che non riuscivano più a trovarci…e intanto le celle diventavano sempre più grandi.
Dopo varie disavventure, ci mettiamo in marcia ed intercettiamo un vero mostro nei pressi di Bennet (CO) che seguiamo per tutto il giorno: anche oggi niente tornado, almeno ai nostri occhi, altri stormchasers parlano di un multivortex di meno di un minuto, ma di preciso niente, SPC riporta degli eventi tornadici, ma noi nonostante fossimo vicinissimi alla cella di tornado fatti bene non ne abbiamo visti, ma ci accontentiamo della spettacolarità della supercella con un echo radar fantastico.
La giornata è lunghissima, nascono altre celle, niente di paragonabile alla prima, ma nessun tornado anche per oggi, ora andiamo a Birlington (CO) per passare la notte.

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22 MAGGIO 2014
Dopo una giornata come quella di ieri nell’aera est di Denver, oggi la situazione era decisamente meno favorevole, SPC infatti emette ancora il classico Slight Risk, ma la Tornado Probability è scesa al 2%, però l’area sembra essere sempre la stessa del giorno prima, quindi restiamo in zona, Burlington è molto vicino anche col Kansas e chissà che non si vada a formare qualche piccola cella interessante anche laggiù: la goccia fredda, che ogni giorno sembra perdere dei piccoli pezzi si sta spostando a sud, e dato che i modelli sono osceni, fare stalking a questo piccolo nucleo freddo è la nostra unica chanse di caccia per questa stagione.
La giornata parte male, con un Cap alto che sembra poter cedere nel pomeriggio e dopo un comodo pranzo da McDonalds iniziamo ad inseguire deboli celle che stanno partendo entrando piano piano in warning, però senza regalarci niente di che se non delle massicce dosi di precipitazioni, ma sembra che ormai siamo abbonati alle HP e però anche oggi il nostro caro tornado è latitante, e dopo diversi decidiamo che la giornata di caccia è finita e visto che ci avanza tempo e abbiamo dormito un oretta in più la notte passata, decidiamo di andare a Lamar, sud Colorado, per seguire la goccia fredda che domani sarà in Texas e resterà lì per qualche giorno.

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23 MAGGIO 2014
Il risveglio a Lamar dopo una cena iperproteica in una steakhouse è stato un po’ traumatico, anche un po’ cupo perché si sente già puzza di day off, SPC infatti, divenuta la nostra Bibbia mattutina, mette il solito Slight tra New Mexico e la Texas panhandle, ma la Tornado Probability più alta della giornata, ossia 2%, non è proprio comoda da raggiungere, si trova infatti in una seconda area di Slight Risk tra South Carolina e North Carolina, e da Lamar sono circa 1557 miglia, circa 24 ore di macchina, quindi spostarci a Fayetteville (NC) e tornare poi in Texas domani è decisamente fantascienza.
Proviamo ad andare a sud, attraversiamo un fantastico spicchio (l’ennesima panhandle) di Oklahoma ed entriamo nel Texas tenendo d’occhio la situazione, ma anche dopo pranzo il Cap resta alto e le celle non partono, quindi come si era già accennato il giorno prima, decidiamo di fare visita al Palo Duro Canyon e passare così il nostro tempo, dopo tutto days off vanno messi nel conto perché i tornado, a differenza dei voli, non li possiamo prenotare purtroppo.
Il parco è stupendo, scorci fotografici non mancano, e la roccia di colore rosso ricorda tantissimo le foto dei vari canyon americani che prima di adesso non avevo mai visto dal vivo.
La giornata si concluderà poi in una steakhouse con un piccolo rimpianto di non aver visto alcuni temporali in New Mexico nella zona di Hobbs, nulla di particolare, ma molto fotogenici; la sera poi SPC tra i report inserirà anche un piccolo tornado all’angolo sud-est del Colorado, ma nessuno tra i vari stormchasers accorsi sul posto ne ha dato la notizia su social.
Come ho già detto e come continuerò sempre a ripetermi, i [I]days off[/I] vanno messi nel conto, mi capita anche qui nella mia zona quando vado ad inseguire i temporali o semplicemente a cercare dei tramonti fotogenici, sono cose che sai che ci sono e quando capita non resti stupito, però un pochino dispiace sempre, e il fatto di stare negli States lo fa sembrare un pochino più pesante perché sai che purtroppo non starai qui per sempre.

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24 MAGGIO 2014
Ci svegliamo in un motel di Amarillo, abbastanza presto perché già dalla sera le carte meteo promettono bene, SPC emette ancora uno Slight Risk con una Tornado Probability del 2%-5%, e dato che in tempo di guerra non si butta niente, mentre attendiamo la Mesoscale Discussion, ci mettiamo subito in marcia per raggiungere l’estremo sud del Texas.
Mentre scendiamo a sud lo sgradevole odore di petrolio si sente sempre più forte, le macchine sono sempre più enormi, della serie “Se non hai un 8000cc biturbo non sei nessuno”, ma la cosa strana è che in una stazione di servizio sperduta in quel deserto brullo, che ricorda tanto il Messico sul film Traffic di Soderbergh, riesco a trovare una specie di pizza commestibile, me ne prendo due per saziarmi perché hanno un diametro di 10 cm insieme ad una RedBull ghiacciata e si riparte.
Parte la caccia nel pomeriggio, prima grande supercella nella zona di Odessa che mi regala anche la mia prima Tornado Warning via radio, subito dopo inseguiamo un’altra supercella verso Rankin facendo un epico core punch e continueremo poi a tenere testa alla supercella fino a Mertzon dove la lunghezza della shelf cloud ha raggiunto quasi 80km, era veramente infinita.
Non ho usato la parola tornado, ma purtroppo perché il nostro latitante anche oggi non si è visto nei paraggi, però è stata una caccia emozionante e ha messo a dura prova le memory card della mia D3s.
Dopo essere arrivati quasi in Messico, ci ripariamo sotto il tetto di una stazione di servizio sotto una pioggia da flash-flood e poi ci dirigiamo in un motel di Odessa per passare la notte.

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25 MAGGIO 2014
Oggi, dopo la grande caccia di ieri sera, decidiamo di alzarci un po’ più tardi del normale, sia per recuperare le energie sia perché la zona di caccia oggi è indicativamente quella di ieri (forse un pelino più a sud!), quindi non c’è da correre e possiamo prenderla con più tranquillità.
Il quadro proposto questa mattina da SPC non è che sia poi il massimo, infatti lo Slight Risk classico è molto a sud, buona parte in Messico, e sembra essere proprio lì la maggior parte del rischio oggi, l’area di 5% Tornado Probability prende solo un lembo di terra statunitense, quindi anche se le speranze non sono così alte, si parte da Odessa e sostiamo a Fort Stockton per un pranzo da Subway, poi ripartiamo alla ricerca di una supercella più a sud ma…quando arriviamo troviamo solo della nuvolaglia orribile, la supercella ormai sta morendo e il cielo sembra un po’ quello delle Dolomiti in una giornata piovosa di Novembre solo con temperature più alte e afa.
Sostiamo a Sunderson dove ci fermeremo per un bel po’ sperando che succeda qualcosa ma dopo le 16:00 il [I]bust[/I] è ufficiale, purtroppo nella zona non si è sviluppato niente di interessante, solamente in Messico si è formata una supercella degna di nota e in New Mexico al tramonto sono partiti diversi updraft molto fotogenici che sono durati fino a sera con attività elettrica spettacolare, e forse avremmo potuto anche raggiungerli insieme a Reed Timmer e molti altri che quando hanno capito che era aria di [I]epic bust[/I] sono scappati subito in New Mexico dato che da Sunderson erano solo 150 miglia, quindi fattibile in due ore e mezza, giusto in tempo per le supercelle al tramonto.
Decisamente tristi per la magra giornata trascorsa in quel paesino sconosciuto anche a Google Maps, torniamo indietro fino a Fort Stockton dove passeremo la notte in motel dove la nostra tornado-chase si trasformerà nella nostra prima beetles chase, decisamente poco piacevole.

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26 MAGGIO 2014
La giornata di ieri brucia ancora, la nostra esperienza sta per volgere al termine e sappiamo già che la goccia fredda si sta indebolendo e che questo 26 Maggio potrebbe essere il nostro ultimo giorno di caccia, quindi la tensione è ai massimi livelli perché puntiamo tutti e tutto su questo forse ultimo giorno.
Ci svegliamo regolarmente e partiamo appena dopo la colazione dal nostro motel di Fort Stockton, oggi forse possiamo sperare in qualcosa di meglio, lo Storm Prediction Center infatti ha emesso due Tornado Probability del 5% in due zone diverse, la prima più a nord diciamo tra Lubbock e Abilene, la seconda più vicino a noi tra San Angelo e San Antonio, e noi puntiamo su quest’ultima.
Rimane un Cap molto alto fino a pranzo, dopodiché per fortuna le supercelle iniziano a formarsi e intercettiamo diverse tempeste per quasi tutto il pomeriggio, la giornata sembra veramente non finire mai, nessuna è ancora riuscita a sfornare un bel tornado ma almeno a livello fotografico sono decisamente spettacolari.
Quando inizia a fare buio accostiamo poco prima di San Angelo per fare qualche foto notturna e mangiare qualcosa per strada, ma veniamo raggiunti dalla supercella e troviamo riparo sotto una stazione di servizio che ci salva dalla grandine, una delle tante baseball-size-hail.
Arrivati in motel lo spettacolo di fulmini continua, e anche se dal motel gli scatti sono decisamente osceni decido di provarne qualcuno dal balcone dove, tra uno scatto e l’altro e una sigaretta e l’altra, ho il piacere di scambiare due chiacchere con Skip Talbot di Storm Assist che era al suo ultimo giorno, e anche lui stava ad osservare il temporale mentre le sua ragazza riposava in camera.

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27 MAGGIO 2014
Al risveglio sto ancora guardando le foto di ieri, è stata veramente una grande giornata, nessun tornado (anche se SPC segnala tra i report diversi tornado nell’area di 5% a nord!) ma è stata una grandissima giornata di caccia lo stesso.
Oggi la situazione non è il massimo, ci sono condizioni decisamente poco favorevoli a guardare dai modelli anche se SPC offre invece molte chanse di successo con una 5% di Tornado Probability molto estesa quasi fino ad Austin, quindi ci speriamo.
Fino a pranzo non succede niente e anche dopo il pranzo, a base di una letale e hamburger-steak che mi intossicherà l’apparato digerente per venti giorni minimo, non succede nulla di significativo; sono le 16:00 passate e non ci sono updraft interessanti quindi si capisce già che la giornata sta per chiudersi.
Dopo un pò riusciamo a trovare una cella temporalesca che entra per un po’ in warning ma nulla di che, e sul finire della giornata ne troviamo un’altra, anche questa bella grande ma non produrrà nulla di che, e anche da un punto di vista di caccia la morfologia del territorio è totalmente inadatta, proprio da balcklistare subito, quindi sotto un cielo uggioso e triste decidiamo che questo giorno di caccia è finito…e con questo giorno è finita anche la nostra caccia negli States, la goccia fredda è morta e per i prossimi giorni l’alta pressione tornerà a dominare sulle Great Plains.
Torniamo indietro fino a Kingsland dove passaremo la notte, la nostra ultima notte nel Texas.

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28 MAGGIO 2014
Nel nostro ritorno a Wichita dove poi prenderemo l’aereo per tornare in Italia, attraversiamo tutto l’Oklahoma che, a mio avviso, tra gli stati visitati è il più affascinante insieme al Nebraska; prima di raggiungere Wichita però sostiamo a Greensburg (KS), una città ora totalmente ricostruita green dopo essere stata completamente devastata da un micidiale tornado EF5 la sera del 4 Maggio del 2007 durante un outbreak.
La cittadina è molto particolare, tutti accolgono gli stormchaser con grande rispetto e stima, e durante la visita al museo ci viene data anche un piccola carta dove il comune di Greensburg ringrazia uffucialmente gli stormchaser per il lavoro che svolgono ogni giorno per la loro sicurezza e quella di tutti gli altri.
Considerando che molte persone pensano che lo stormchasing è fatto esclusivamente da meteo-fanatici in cerca di gloria, la cosa ci ha fatto molto piacere, perché sebbene tutti gli stormchaser fanno questo “lavoro” per passione, allo stesso tempo offrono anche un servizio al National Weather Service e al loro paese.
Inoltre negli States c’è un grandissimo rispetto per la figura degli stormchasers, molte persone infatti si avvicinano sia curiose che ansiose a chiedere se ci sarà maltempo nella loro città o se pensiamo che nei paraggi si abbatterà qualche tornado, e sono rimasto decisamente stupito quando lo sceriffo in persona ha affiancato la nostra vettura per chiederci dove poter andare nel caso ci fosse stato bisogno di lui dato che c’era una tempesta in corso.
La caccia ai tornado è emozionante, seguo assiduamente i temporali anche nella mia zona ma è qualcosa di diverso, perché per quanto un temporale possa essere fotogenico e farti stare in piedi tutta la notte a fotografare fulmini sotto la pioggia, niente riesce ad essere come le Great Plains, me ne avevano parlato ma è una sensazione che va vissuta sulla propria pelle per essere compresa fino in fondo.
E’ stato un grande piacere per me poter fare questo viaggio che sognavo da quando ero bambino, ed è ancora più piacevole il fatto che sto già pianificando il tutto per la prossima stagione dei tornado e spero veramente che questa possa essere una cosa da ripetere ogni anno, senza ovviamente perdere di vista altre mete fotografiche a cui spero di non dover rinunciare.
A livello fotografico mi sono trovato di fronte a grosse difficoltà perché, a differenza di come opero qui inseguendo i temporali nella mia zona, nella Tornado Alley il ritmo è molto più frenetico: per intercettare il tornado e attendere la sua formazione si cerca di avvicinarsi il più possibile al mesociclone (possibile grazie all’uso di software dedicati con radar e gps), ma questo però rende difficoltoso lo scatto perché deve essere fatto tutto con estrema velocità, il treppiedi risulta così poco pratico per saltare al volo in macchina in caso di emergenza, e la zona spesso si fa veramente buia quindi escono fuori dei contrasti veramente elevati che mi hanno costretto in molti casi all’utilizzo del baraketing con la raffica, cosa che di norma io evito utilizzando dei filtri graduati e uno studio accurato della scena, mentre per scattare a mano libera utilizzando tempi e diaframmi scelti da me, ho dovuto necessariamente esagerare con la sensibilità ISO in molte situazioni.

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Nello zaino di cui ho accennato all’inizio, il Lowepro Vertex 300, ho messo di tutto: D3s, D800E, Nikkor 14-24mm f/2.8 ED N, Nikkor 24-70mm f/2.8 ED N, Nikkor 70-200mm f/2.8 ED N VRII, GoPro Hero3+ Black Edition e accessori, Sony PJ780, Big Stopper Lee Filter e Fundation Kit, caricatori delle due reflex e del portatile, e un cambio, mentre nella tasca frontale un portatile, un Samsung Ultrabook Serie 7: tutto questo per farvi capire che è veramente grande e comodo.
Non ho avuto problemi sui voli, lo zaino pesava oltre 15Kg ma le compagnie non avevano limiti di peso ma solo di dimensioni e il mio Vertex era fuori solo 1cm quindi nessuno mi ha fatto storie: il volo Roma-Londra era servito con un Airbus A320 e lo ho riposto regolarmente nella cappelliera, e lo stesso sul volo Roma-Chicago che era un Boeing 747-600, mentre nel volo Chicago-Wichita servito con un Canadair CRJ-900 ho avuto qualche difficoltà, lo ho riposto infatti tra le gambe cercando di nasconderlo il più possibile, la hostess lo ha notato ma ha fatto finta di nulla, ovviamente lo stesso nel volo di ritorno, anche per la tratta Chicago-Roma servita su un Boeing 767 nessun problema.

E’ un viaggio estremo, uno dei tanti, dalla sua ha che si può godere sempre di un letto comodo su cui dormire la sera (certo in Texas ogni cosa striscia, salta e vola, quindi insetti quali scarafaggi, falene e blatte in camera ci sono e bisogna dare prima una pulita!), si può contare su ottime strumentazioni per sapere sempre dove si è rispetto alla cella e non trovarsi mai in estremo pericolo anche se ovviamente bisogna in ogni caso partire o con esperti o essere già esperti di meteo e cacciatori in Italia, partire allo sbaraglio ad inseguire i tornado è rischioso e contribuisce a rovinare la reputazione di chi invece lo fa seriamente e in modo responsabile.
Nel mio viaggio ho visitato Kansas, Nebraska, Wyoming, Colorado, Oklahoma e Texas, e vivere questa esperienza on the road mi ha fatto capire che è un peccato che queste terre siano un pò sottovalutate come mete turistiche, perchè quì la natura regala spettacoli indimenticabili, c’è ancora la quasi assenza dell’uomo e domina un incredibile senso di libertà.

Quì sotto potete vedere un breve video in HD girato con le GoPro di questa splendida avventura nella Plains:

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